JOURNAL
INTIME
di Chiara Capitani
Journal Intime è un progetto di ricerca volta ad esplorare i cambiamenti della sessualità femminile attraverso un’installazione d’interviste audio e foto. Nel Secondo Sesso pubblicato nel 1949, Simone de Beauvoir – saggista, filosofa, femminista francese, esponente dell’esistenzialismo – descrive
il primo rapporto sessuale per le donne come un’esperienza violenta.
In un certo senso, l’iniziazione sessuale della donna, come quella dell’uomo, comincia dalla più tenera infanzia. C’è un noviziato teorico, e pratico che prosegue in modo continuo dopo le fasi orale, anale, genitale, fino all’età adulta. Ma le esperienze erotiche della fanciulla non sono un semplice prolungamento delle attività sessuali anteriori; hanno spesso un carattere imprevisto e brutale; costituiscono sempre un avvenimento nuovo, che porta ad una rottura con il passato. Nel momento in cui le attraversa, tutti i problemi che si pongono alla fanciulla sono riassunti in forma urgente ed acuta. In alcuni casi la crisi si risolve facilmente; in altri, tragici, si conclude col suicidio o la follia. Ma sempre, a seconda del modo con cui reagisce, la donna impegna gran parte del suo destino. Tutti gli psichiatri sono d’accordo nel dare un’estrema importanza al suo esordio erotico: esso si ripercuote su tutto il resto della sua vita.
Cap. III. L’iniziazione Sessuale
Simone de Beauvoir
Il sesso a causa della religione, della morale, della cultura patriarcale è stato, soprattutto nel passato, argomento misterioso, vergognoso, scandaloso. Spesso donne e uomini per l’accezione negativa riservata all’intimità sessuale, preferivano avvicinarsi a un corpo simile al proprio, dello stesso genere, prima di avere il coraggio d’incontrare il sesso opposto.
La liberazione sessuale degli anni sessanta ha rivoluzionato i rapporti amorosi dell’età moderna.
Come si è trasformato l’incontro intimo per la donna tra XX e XXI secolo?
L’opera raccoglie e compone in un percorso semplice e intimo, le testimonianze di otto donne d’età, culture, nazionalità e lingue diverse, che hanno aperto le pagine del loro diario condividendo il ricordo della loro prima volta. Le testimonianze sono raccolte attraverso registrazioni vocali collocate nell’architettura che le ospita in una specifica relazione con il luogo, dando vita a una mappa di memorie e segni individuali, insieme pubblici e privati.
L’ascolto audio rende più intimo il rapporto che lega le persone che narrano e chi ascolta, l’obiettivo dell’installazione è trattare l’intimità in tutti i suoi aspetti dal contenuto alla realizzazione. Utilizzare l’audio riporta inoltre alla trasmissione orale della storia. A differenza della maggior parte dei documenti di cui si avvale la ricerca storica, la fonte orale è una fonte relazionale non unilaterale, in cui la comunicazione avviene sotto forma di scambio di sguardi, di domande e di risposte. Come ci ricorda lo storico Sandro Portelli “la storia orale è un’arte, oltre che dell’ascolto, della relazione: la relazione fra persone intervistate e persone che intervistano (dialogo); la relazione fra il presente in cui si parla e il passato di cui si parla (memoria); la relazione fra il pubblico e il privato, l’autobiografia e la storia”. Dalle memorie private di queste otto donne è dunque possibile aprire uno squarcio su una storia che appartiene a tutte e tutti noi.
Progetto Chiara Capitani
Suono Ignazio Vellucci
Grafica Anna Lavezzoli
Consulenza Fotografica
Annalisa D’Angelo
Consulenza traduzioni
Jennifer Keyrouz e
Marco Fallavollita
Tipografia MatteoCossidente
UfficioStampa BenedettaCappon
Con il patrocinio del Comune di Palermo, il contributo dell'Institut Français di Palermo, con il sostegno del Teatro Garibaldi Palermo, Carrozzerie N.O.T Roma, World Wild Society Parigi.
Sponsors Leftover e Tenuta Morreale Agnello Vini Biologici